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dal 23 Febbraio al 29 Giugno 2025

Il meraviglioso IO di Michelangelo Buonarroti.

La moderna psichiatria abbina il narcisismo a una patologia.
Comunemente tutti gli artisti ne sono compromessi chi in maggior parte chi in minor tendenza, non per questo si rivelano trucidi assassini o persone infrequentabili o casi limite.
Gli unici morti che Michelangelo ha sottoposto ai suoi studi erano quelli trafugati dai becchini dei cimiteri che gli procuravano quei poveri resti affinché lui ne studiasse minuziosamente l'anatomia, in quel tempo lavoro proibito dalla Chiesa che tendeva a conservare la sacralità del corpo umano perciò questo era un atto avvolto di mistero da tenersi ben nascosto per non incorrere nei personaggi della Santa Inquisizione.
Michelangelo rimase orfano in tenerissima età ed il padre, Ludovico di Leonardo Buonarroti Simoni, in seconde nozze si affidò a una perfetta curatrice familiare che alle quattro del mattino andava al mercato per scegliere i meglio prodotti per la sua numerosa famiglia, cinque figli, il marito e lei. In famiglia era chiamata "la più" perché sceglieva sempre la miglior mercanzia e perfettamente la suddivideva ai familiari, erano tempi in cui le donne di casa anche di un certo ceto si dedicavano completamente a tali compiti, come istruire i più piccoli, curare amorevolmente i malati ei familiari. Talvolta avevano conoscenza delle erbe officinali e "la più" fu molto amata in questa famiglia. Michelangelo cresceva alto e magro ma forte nelle membra con due occhi che sembravano rapire la conoscenza di tutte le cose in cui si concentrava
Fu inviato a bottega dal Domenico Ghirlandaio e scoprì la passione per la scultura, il corpo umano non aveva segreti per lui anche se allora non esistevano cartelloni anatomici o sapienti di questo sconfinato campo di ricerca.
La sua fama crebbe a dismisura e presto si trovò a contrattare con il Papa Giulio II che gli ordinò la realizzazione della Cappella Sistina, uno smisurato e alto perimetro per il quale l'accesso il maestro costruì una scala con ripiani per arrivare a tutte le "volte" e riempirla di personaggi illustri e fluttuanti che da terra apparivano come una visione celestiale.
Quanto duro fu quel lavoro e il maestro costruitosi un lume di cartone con applicata una candela trascorreva molta parte del giorno e notti insonni per aderire al desiderio del Papà.
Quello che ci colpisce è l'incontro di Dio padre che solo sfiorando un dito dell'uomo che ha di fronte gli elargisce la vita.
Michelangelo solitario e avaro non si concedeva niente, inviava tutti i suoi averi a quella famiglia di origine che amava profondamente.
Anche le donne furono un passaggio supplementare e minimo nella sua vita e questa visione è stigmatizzata nella sua famosa "pietà" dove assistiamo ad una Madonna dolente bambina che trattiene fra le braccia un ecceomo di enormi dimensioni, questo significa la forza materna per un uomo che aveva perduto a soli sei anni la madre che l'aveva generato. Che determinavano il valore salvifico dell'opera incastonata in una cornice rotonda che non ha inizio né fine, la continuità umana voluta da Dio per tutti quei secoli che a lui aveva donato e che piacerà elargire.
Questa è un'opera che ha significato di firma che doveva essere la tua discriminante dell'immenso sepolcro papale.
Ma le cose talvolta prendono strade diverse e la patina pietosa del tempo ricopre con i suoi colori terreni anche le opere più significative.
È allo sbigottimento che induce la visione di questo Padre Eterno interpretato e fortemente sentito che giunge fino a noi a ergersi opera capolavoro in una mostra così importante di autori conosciuti in tutto il mondo. 

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