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26 maggio - 2 giugno 2008

DAL PENSIERO ALL’INVENZIONE, LA RICERCA CONCETTUALE DI ARMATO.
“Fumo di Londra”,”Dio denaro”, Tempo scaduto”, L’ultima cena” sono alcuni dei titoli delle opere di questo artista siciliano, artista del tutto singolare nel panorama artistico italiano contemporaneo. La sua singolarità, oltremodo fuori dagli schemi convenzionali, propone in un originale ottica, tematiche attualissime del frenetico vivere quotidiano, icone di una siffatta modernità soffocante ed accecante che travolge inesorabilmente lasciando la sua indelebile traccia. Vincenzo Armato, artista concettuale. Arte concettuale, un termine forse anche troppo abusato in questi ultimi tempi, ma che per Armato è l’essenza della propria ricerca; del resto gli artisti concettuali hanno fatto del pensiero e dell’invenzione una propria novità, creando qualcosa che prima non c’era. La storia dell’arte ci ha insegnato a considerare arte ciò che si traduce in sintomi esistenziali di contemporanea significazione. Pensiamo agli affreschi di Giotto fino ad arrivare ai tagli di Fontana, sintomi e segni che l’arte non è ferma ad un modello assoluto : la creatività non ha limitazioni né di stile né di scuola. Allora l’unico modo di godere dell’arte è quella di comprenderla e per comprenderla dobbiamo essere in possesso degli strumenti per poterla decifrare e gli strumenti per capire l’arte di Armato ce li offre la quotidianità. Pertanto tutti possono comprenderla, tutti coloro che vivono l’oggi, non privo di tormentati rituali che spadroneggiano sempre più veementemente. Alla luce di queste considerazioni le croci del Dio denaro, solo in apparenza blasfeme, così come le scatole di sigarette disposte sulla tela in una sorta di reiterata accumulazione, propongono alla nostra attenzione i motivi della deteriore globalizzazione che viviamo quotidianamente. Nelle opere di Armato colpisce l’immediatezza del concetto espresso senza fronzoli con cruda e sgraziata attuazione, senza alcuna concessione al bello. Armato turba e trafigge il centro nevralgico del sentimento umano e per questo travolge l’indifferenza qualunquistica dello spettatore distratto e conformista. I soldi bruciati e stracciati, banconote di tutte le taglie e di svariati stati anche lontani fra loro, ma ricongiunti ed accomunati in un tragico destino. Il fumo d’artista, con le sigarette simbolo del degrado che uccide, che invecchia, che provoca malattie che annienta l’essere umano in nome della stolta concezione di benessere effimero. Spesso le opere di Armato riportano il titolo dipinto a grandi caratteri vergati con calligrafia malferma, per un ulteriore contributo descrittivo -visivo che rafforza in complice simbiosi con la raffigurazione materiale sulla tela ( soldi bruciati, pacchetti di sigarette, catene, croci, lucchetti o quant’altro) il concetto della negatività della stressante quotidianità. Negatività interpretata con una buona dose di auto-ironia, come nella foto che ritrae il maestro Armato davanti alla croce del “Dio denaro” in atto di preghiera. Quindi con la forza delle idee proposte con irrituale crudezza di impatto Armato scuote e conturba, giungendo infine ad una soluzione di continuità con il passato. Questo comunque è da considerarsi non come un traguardo concettuale, un punto d’arrivo ineluttabile, ma bensì un punto di partenza, lasciando nell’animo poetico dello spettatore una rassicurante premonitrice consolazione: è sicuramente partendo dalla consapevolezza dell’oggi che non va, dall’esperienza del vissuto, che possiamo concepire un domani migliore, questa è la denuncia artistica di Vincenzo Armato, un’artista da seguire sempre con interesse e non perdere di vista.

DOMENICO ASMONE

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